Verona, resti umani dall’Adige in secca: sono della piccola Larisa?
L’Adige in secca di questi giorni ha restituito resti umani che secondo gli inquirenti potrebbero appartenere alla piccola Larisa, uccisa quando aveva 11 anni nel 2016. La macabra scoperta è stata fatta domenica 6 febbraio da una coppia che stava passeggiando sulle rive del fiume a Roverchiaretta: dalle secche sono spuntate alcune ossa, in particolare una calotta cranica di dimensioni tali da far ritenere appartenesse a un bambino o a una bambina.
Secondo gli inquirenti potrebbe trattarsi della piccola Larisa Elena Mihailescu, 11enne di origine romena uccisa il 13 febbraio 2016 nella sua casa di Albaredo d’Adige dal fratellastro Andrei Filip, che all’epoca aveva 20 anni. Quel giorno il giovane prima uccise la madre e poi strangolò e uccise anche la sorellastra undicenne. Dopo il duplice terribile delitto, tagliò a pezzi i corpi, e li mise in tre borse che poi gettò nell’Adige dal ponte tra Albaredo d’Adige a Ronco all’Adige. Dopo la fuga in Romania, lo ricordiamo, Andrei al suo ritorno in Italia trovò i carabinieri ad attenderlo: confessò i due delitti, e venne condannato a 30 anni di carcere, poi ridotti a 20 in Cassazione.
Pochi giorni dopo il duplice delitto, vennero ritrovati nell’Adige alcuni resti appartenenti alle due vittime, Mirela Balan, madre di Andrei, e la piccola Larisa: tutto farebbe quindi pensare che i resti umani trovati la scorsa domenica a Roverchiaretta possano essere proprio quel che rimane del corpo della bimba. In ogni caso le ossa sono state consegnate all’Istituto di medicina legale del policlinico di Borgo Roma dove verranno effettuate le analisi e le indagini genetiche per scoprire se si tratta effettivamente della piccola Larisa.