Addio a Cristina Ferracioli, conosciuta da tutti come Cicci, la barista dei “sorrisi” della Bassa veronese, stroncata da un aneurisma.
Addio a Cristina Ferracioli, 55 anni, chiamata affettuosamente “Cicci” da chi le voleva bene: si è spenta lunedì nell’ospedale di Borgo Trento, dopo una feroce battaglia durata tre interminabili giorni, contro un aneurisma cerebrale. Nessuno si da pace. Nessuno se ne fa una ragione, e chi la ama sente ancora battere il suo cuore. E il suo cuore infatti continuerà a vivere in un altro petto, per donare a qualcuno una nuova vita.
Cristina e la sua famiglia sono iscritti all’Aido, e grazie a questo, il suo cuore diventa un dono prezioso per qualcuno. Non è esclusa la donazione di altri organi, a dimostrazione della generosità di questa donna che è sempre stata un punto di riferimento per tante persone.
La tragica fine è stata segnata da un improvviso malore, mercoledì scorso, e il conseguente ricovero in terapia intensiva a Borgo Trento. Nonostante gli sforzi del personale medico, il danno causato dall’aneurisma si è rivelato inoperabile. Non c’era più niente da fare. I dettagli dei funerali non sono stati ancora decisi, ma si terranno a Masi, il paese natale di Cristina.
Ricordando la Cicci.
Barista di grande fama per oltre 20 anni, la Cicci è stata un simbolo della movida del Basso veronese, con il suo sorriso contagioso e la sua positività che hanno reso speciali i locali in cui ha lavorato. Dal mitico Hollywood di Bardolino, fino a Castagnaro e Legnago, passando per locali iconici come il Principe e Four X, la Cicci ha lasciato un’impronta indelebile nella scena notturna veronese.
Nel 2002, insieme a Daniela e Ignazio, ha dato vita all’Invidia Cafè, a Legnago in piazzetta Salieri. Un locale molto frequentato e apprezzato dai giovani della Bassa veronese. Con il compagno di una vita Andrea, gestiva da un anno e mezzo il bar del circolo tennis di Cerea.