Bonus partita Iva, ecco chi sono i furbetti: tre deputati della Lega, uno del Movimento e l’ultimo di Italia Viva

I nomi ancora non si conoscono, ma appartengono a tre diversi partiti i “furbetti” del bonus Covid.

cameraDeputati400Come svelato da Repubblica, cinque deputati hanno chiesto all’Inps il bonus da 600 euro mensili poi elevato a 1000 previsto dai decreti Cura Italia e Rilancio per sostenere il reddito di autonomi e partite Iva in difficoltà durante la crisi del coronavirus. Segnalazione che è arrivata direttamente dalla direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inps, una struttura creata ad hoc dal presidente Pasquale Tridico con l’obiettivo di individuare i truffatori.

 Dalle prime indagini sarebbe emerso che i cinque di Montecitorio sarebbero tre deputati della Lega, uno del Movimento 5 Stelle e uno di Italia Viva. Inoltre, nella vicenda sarebbero coinvolti addirittura duemila persone tra assessori regionali, consiglieri regionali e comunali, governatori e sindaci.
 A intervenire sul caso con durezza è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che scrive su Facebook: “Oggi la Repubblica parla di 5 Parlamentari, di 5 poveri furbetti che durante la pandemia hanno avuto il coraggio di avanzare richiesta allo Stato per avere il bonus di 600 euro riservato ai lavoratori autonomi e alle partite iva in difficoltà. Evidentemente non gli bastavano i quasi 13mila euro netti di stipendio al mese, non gli bastavano tutti i benefit e privilegi di cui già godono. È vergognoso. È davvero indecente”.
 Poi aggiunge: “Questa pandemia ha fatto danni economici senza precedenti. Ci sono state persone che hanno perso il lavoro, aziende che hanno visto il proprio fatturato scendere in maniera drastica, attività che hanno chiuso senza più riaprire. E questi 5 personaggi invece di rispondere al popolo che li ha eletti hanno ben pensato di approfittarne – prosegue Di Maio – i nomi di queste 5 persone sono coperti dalla legge sulla privacy. Bene, siano loro ad avere il coraggio di uscire allo scoperto. Chiedano scusa agli italiani, restituiscano i soldi e si dimettano, se in corpo gli è rimasto ancora un briciolo di pudore. Non importa di quale forza politica siano espressione. Mi auguro che anche le altre forze politiche la vedano come noi”.

 Anche il presidente della Camera Roberto Fico condanna senza mezzi termini il comportamento dei cinque furbetti: “E’ una vergogna che cinque parlamentari abbiano usufruito del bonus per le partite iva. Questi deputati chiedano scusa e restituiscano quanto percepito. E’ una questione di dignità e di opportunità. Perché, in quanto rappresentanti del popolo, abbiamo degli obblighi morali, al di là di quelli giuridici. E’ necessario ricordarlo sempre”.
 Di identico parere è anche la viceministra cinquestelle dell’Economia Laura Castelli: “Se questa notizia fosse confermata, sarebbe molto grave – afferma su Facebook – Vorrebbe dire che a Montecitorio non c’è il senso della misura. Quando abbiamo pensato a questi provvedimenti, li abbiamo scritti per aiutare chi davvero stava soffrendo, chi si era ritrovato di colpa in difficoltà, chi ne aveva bisogno davvero. Col Movimento 5 Stelle abbiamo sempre combattuto gli sprechi e non credo appartenga ai principi ‘onorevolì quello di richiedere il bonus partita Iva per chi di sicuro non fa fatica ad arrivare a fine mese ma ha avuto la fortuna di ricevere il proprio stipendio regolarmente anche durante la pandemia. Un gesto davvero inopportuno”. E si augura che “si intervenga presto per capire chi ne ha fatto richiesta”.
 Sulla stessa linea anche Licia Ronzulli, vicepresidente di Forza Italia al Senato, che afferma: “Se confermato, questo sarebbe semplicemente uno scandalo. E’ inaccettabile che mentre le famiglie non sapevano come fare la spesa e molte attività chiudevano, qualcuno, con lo stipendio garantito, senza avere accusato perdite, abbia pensato di approfittarsi dell’emergenza Covid togliendo soldi a chi ne aveva realmente diritto e, soprattutto, bisogno. Ci aspettiamo un sussulto di dignità: i deputati di cui parla l’Inps chiedano scusa e, se li hanno presi, restituiscano immediatamente i soldi. Diversamente non si lamentino se i cittadini hanno sempre meno fiducia nella politica e si ingrossano le file dell’astensione e dei voti di protesta”.

 Più diretto il leader della Lega, Matteo Salvini, che oltre a condannare il comportamento dei deputati, accusa l’Inps. “Che un parlamentare chieda i 600 euro destinati alle partite Iva in difficoltà è una vergogna. Che un decreto del governo lo permetta è una vergogna – attacca Salvini – ma che l’Inps abbia dato quei soldi è una vergogna”. E aggiunge: “Chiunque siano i deputati, procedere con l’immediata sospensione”.

 A chiedere dimissioni immediate, a prescindere dal partito a cui appartengono, a la ministra dell’Agricoltura e esponente di Italia Viva (partito a cui apparterebbe uno dei “furbetti”), Teresa Bellanova. “Ciunque siano, a qualunque partito e schieramento appartengono- sostiene su Facebook – se hanno un minimo di dignità possono fare solo una cosa per sanare questa brutta vicenda: dimettersi. Devono farlo perche’ evidentemente non sono stati in grado di servire i cittadini che rappresentano ed il Paese con onore e lealta’, tanto piu’ in un momento come questo”.

 Definisce la vicenda “uno squallore” la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “Una brutta storia di deputati avidi e governo incompetente – afferma – sulla quale pretendiamo massima chiarezza. Intanto, visto che l’Inps non fa i nomi per questione di privacy, invito ogni parlamentare a dichiarare ‘#Bonus Inps io no!’. In modo che i nomi emergano lo stesso, per esclusione”.

 Anche il vicepresidente del Pd alla Camera Michele Bordo condanna il comportamento dei 5 deputati, definendolo “inqualificabile”. E aggiunge: “Spero che restituiscano subito i soldi o che il presidente Roberto Fico trovi immediatamente la maniera per porre rimedio a questa ingiustizia, che è uno schiaffo enorme nei confronti di chi ha realmente bisogno, specie dopo l’emergenza sanitaria. Questa vicenda dimostra che ha ragione il Pd quando afferma che sono sbagliati i contributi a pioggia senza nessun meccanismo di selezione”.
 Sulla stessa linea anche Licia Ronzulli, vicepresidente di Forza Italia al Senato, che afferma: “Se confermato, questo sarebbe semplicemente uno scandalo. E’ inaccettabile che mentre le famiglie non sapevano come fare la spesa e molte attività chiudevano, qualcuno, con lo stipendio garantito, senza avere accusato perdite, abbia pensato di approfittarsi dell’emergenza Covid togliendo soldi a chi ne aveva realmente diritto e, soprattutto, bisogno. Ci aspettiamo un sussulto di dignità: i deputati di cui parla l’Inps chiedano scusa e, se li hanno presi, restituiscano immediatamente i soldi. Diversamente non si lamentino se i cittadini hanno sempre meno fiducia nella politica e si ingrossano le file dell’astensione e dei voti di protesta”.

 Più diretto il leader della Lega, Matteo Salvini, che oltre a condannare il comportamento dei deputati, accusa l’Inps. “Che un parlamentare chieda i 600 euro destinati alle partite Iva in difficoltà è una vergogna. Che un decreto del governo lo permetta è una vergogna – attacca Salvini – ma che l’Inps abbia dato quei soldi è una vergogna”. E aggiunge: “Chiunque siano i deputati, procedere con l’immediata sospensione”.
 A chiedere dimissioni immediate, a prescindere dal partito a cui appartengono, a la ministra dell’Agricoltura e esponente di Italia Viva (partito a cui apparterebbe uno dei “furbetti”), Teresa Bellanova. “Ciunque siano, a qualunque partito e schieramento appartengono- sostiene su Facebook – se hanno un minimo di dignità possono fare solo una cosa per sanare questa brutta vicenda: dimettersi. Devono farlo perche’ evidentemente non sono stati in grado di servire i cittadini che rappresentano ed il Paese con onore e lealta’, tanto piu’ in un momento come questo”.

 Definisce la vicenda “uno squallore” la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “Una brutta storia di deputati avidi e governo incompetente – afferma – sulla quale pretendiamo massima chiarezza. Intanto, visto che l’Inps non fa i nomi per questione di privacy, invito ogni parlamentare a dichiarare ‘#Bonus Inps io no!’. In modo che i nomi emergano lo stesso, per esclusione”.

 Anche il vicepresidente del Pd alla Camera Michele Bordo condanna il comportamento dei 5 deputati, definendolo “inqualificabile”. E aggiunge: “Spero che restituiscano subito i soldi o che il presidente Roberto Fico trovi immediatamente la maniera per porre rimedio a questa ingiustizia, che è uno schiaffo enorme nei confronti di chi ha realmente bisogno, specie dopo l’emergenza sanitaria. Questa vicenda dimostra che ha ragione il Pd quando afferma che sono sbagliati i contributi a pioggia senza nessun meccanismo di selezione”.
 “Posso dire che è una vera vergogna?” scrive su Facebook il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. Mentre il capogruppo dem alla Camera Graziano Delrio aggiunge: “Non possono essere ammessi comportamenti simili da parte di eletti in Parlamento, soprattutto dinanzi alle difficoltà e alle sofferenze vissute da così tanti italiani in questi mesi. Restituiscano subito gli importi e chiedano scusa al Paese”.

 Il portavoce di Leu, Federico Fornero, chiede chiarezza sulla vincenda. “È giusto – dice – che gli italiani conoscano i l nomi dei cinque parlamentari e chi si è comportato in questo modo deve assumersi le proprie responsabilità, incominciando con il restituire subito i soldi. Si faccia dunque chiarezza sulla vicenda e la si faccia subito”. (Repubblica.it)

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