Le indagini effettuate dalla Squadra Mobile scaligera hanno consentito, nei giorni scorsi, di individuare e di condurre in carcere 4 persone, tutte destinatarie, a vario titolo, di misure restrittive disposte dalla magistratura.
Si tratta, nello specifico, di 2 casi di aggravamento di misure preesistenti e di altri 2 casi di esecuzione d’ordini di carcerazione.
Grazie all’attività investigativa svolta dagli agenti della Sezione Catturandi, è stato individuato un palermitano di 70 anni, destinatario di un’ordinanza di aggravamento della misura alternativa alla detenzione domiciliare che gli era stata concessa in seguito alla diffusione dell’emergenza epidemiologica del Covid-19. Il Magistrato di sorveglianza di Verona, lo scorso 15 Giugno, ha ritenuto di disporre l’aggravamento della misura nei confronti dell’uomo che, precedentemente, stava già scontando l’ergastolo in regime di 41 bis presso il carcere di Padova. La pena era stata comminata al settantenne in quanto ritenuto responsabile di un duplice omicidio commesso nei confronti di due esponenti di spicco della mafia siciliana, legati a Cosa Nostra, nonché per il reato di produzione e traffico di sostanze stupefacenti.
Un altro aggravamento, questa volta della misura dell’obbligo di dimora nella città di Verona, è stato eseguito nei confronti di un cittadino albanese di trentasette anni che, nell’Aprile 2019, si era introdotto in un bar della provincia di Varese ed aveva tentato di impossessarsi dell’incasso di alcune macchinette videopoker. Per i reati a lui ascritti – furto, danneggiamento e possesso ingiustificato di chiavi alterate o di grimaldelli – la Corte d’Appello di Milano, solo pochi giorni fa, aveva disposto l’applicazione della custodia cautelare in carcere.
Sono, poi, stati intercettati dagli agenti della “Catturandi” 2 ricercati, entrambi destinatari di ordini di esecuzione per la carcerazione: la prima, una donna di 49 anni originaria di Genova, irreperibile dal 2018, dovrà scontare una pena di 2 anni, 1 mese e 27 giorni di reclusione per maltrattamenti contro familiari e conviventi e per abbandono di minori o incapaci, reati commessi nel 2010 nei confronti dei due figli di 3 e 4 anni.
Il secondo a finire in manette è stato un sardo di 62 anni, condannato a 8 mesi di reclusione per una truffa commessa nel 2008. L’ordine di carcerazione nei suoi confronti era stato disposto quattro anni fa dalla Procura della Repubblica di Torino.
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