Nate le prime 17 baby tartarughe giganti nella storia del Botanical gardens nelle Seychelles: presente anche il team del parco Natura Viva.
I ricercatori del parco Natura Viva volano nell’Arcipelago delle Seychelles, nella prima azione sul campo dopo il rinnovo dell’accordo internazionale tra il parco di Bussolengo e il Seychelles parks and garden Authority: per l’occasione, i veterinari italiani hanno avuto il compito di applicare i nano-microchip alle 17 baby tartarughe giganti delle Seychelles venute alla luce per la prima volta in 122 anni di storia del Botanical gardens della capitale Victoria.
Tra 70 e 100 grammi a soli due mesi di vita, tra qualche anno queste “mini giganti” verranno rilasciate sull’isola di Curieuse per tornare a popolare tutti gli ecosistemi dell’Arcipelago, dove potranno superare i 100 anni di età e i 200 chili di peso. “Vulnerabile” di estinzione, si tratta di una specie per la quale l’Italia nutre competenze scientifiche uniche grazie alla gestione di 11 esemplari al parco Natura Viva e all’attività di ricerca pluriennale con l’università di Bologna e nell’ultimo anno, anche con l’università degli Studi di Milano.
Con i microchip si combatte il commercio illegale.
Una cooperazione, quella tra il know-how zoologico italiano e l’ente governativo delle Seychelles, che già nel 2017 aveva portato alla “microchippatura” delle prime piccole testuggini giganti della nursery su Curieuse, con il risultato di azzerare i casi di traffico illegale dall’isola. “Ma un’altra insidia si aggiunge ad una situazione già fragile: la siccità globale di quest’anno lascia temere per la schiusa delle testuggini, minacciata da una stagione delle piogge molto “secca” con interi giorni senza scrosci. Il che espone le uova al rischio che non mantengano il giusto grado di umidità per rimanere vitali”.
“E’ per noi un onore e un privilegio mettere a disposizione strumentazioni e risultati di ricerca conseguiti in molti anni di studio e gestione, realizzati proprio grazie alla collaborazione con gli enti alle Seychelles”, spiega Camillo Sandri, medico veterinario e direttore zoologico del Parco, rientrato da poco dalle Seychelles insieme alla psicobiologa Caterina Spiezio. “I nano-microchip che abbiamo inserito nelle baby testuggini giganti le accompagneranno quando saranno pronte per tornare in natura, permettendo a noi e allo staff del SPGA di poterle monitorare. Ma la lotta al commercio illegale per questa specie non basta. Perché quest’anno eravamo lì in quella che sarebbe dovuta essere una piena stagione delle piogge. E abbiamo dovuto fare i conti con gli effetti che può provocare il cambiamento del clima”.
Gli effetti del cambiamento climatico sulle tartarughe.
Tra dicembre e febbraio, le piogge giornaliere dovrebbero consentire alle femmine di scavare facilmente una buca nella sabbia di circa 30-40 centimetri, per deporre dalle 5 alle 25 uova. “Anche i piccoli beneficiano dell’abbondante acqua perché”, prosegue Sandri”, una volta usciti dal guscio, riescono a scavare più facilmente nella sabbia soffice per raggiungere la superficie. Ma la pioggia ha scarseggiato e questo è un pessimo segnale per una specie già vulnerabile, che ha cicli di vita lunghissimi e che non sarebbe in grado di far fronte ad una crisi così seria della natalità”. Molti fronti aperti per la conservazione delle testuggini giganti delle Seychelles, considerate dei veri e propri “fossili viventi”.
Nel corso degli anni, ha collaborato e sostenuto questo progetto anche Green teen team, la fondazione della principessa Theodora von Liechtestein, la quale ha consegnato personalmente con i ricercatori del parco Natura Viva i 5mila microchip, toccando con mano l’azione di conservazione messa in atto per le testuggini giganti delle Seychelles.