In arrivo un giovane maschio di panda rosso al parco Natura Viva: “Una specie che ha perso il 50% degli individui nei soli ultimi 20 anni”.
Al parco Natura viva è stato inaugurato il nuovo ponte dei panda rossi: a tagliare il nastro è stato Janno Weerman, coordinatore dell’Associazione europea degli zoo e degli acquari e numero uno europeo per la gestione di questa specie, che ha aggiunto: “Nei prossimi giorni arriverà qui un nuovo esemplare di panda rosso in attesa che possa costituire una nuova famiglia e proseguire la conservazione di una specie che ha perso il 50% degli individui nei soli ultimi 20 anni”.
La notizia ha chiuso il 13° Convegno nazionale della ricerca nei parchi, la tre giorni che ha ospitato la comunità scientifica internazionale per fare il punto sugli ultimi studi dedicati alla salvaguardia della biodiversità.
“Il giovane maschio arriverà dal parco faunistico La Torbiera e ha poco più di un anno”, spiega Camillo Sandri, direttore zoologico del parco Natura Viva. “Si ambienterà e poi il coordinatore europeo di questa specie deciderà se far arrivare anche una femmina, per costituire una coppia riproduttiva e contribuire a creare una popolazione pronta in caso di necessità di reintroduzioni in natura”.
“Deforestazione e degrado alla base del declino della specie”.
Mentre il giovane in arrivo attenderà dunque la sua compagna, l’Associazione europea degli zoo e degli acquari (EAZA) conta 450 esemplari nati nei parchi zoologici del vecchio continente a fronte di meno di 2500 individui allo stato selvatico. “Un contingente importante sia in termini di numeri che di diversità genetica”, prosegue Weerman, “che deve tener conto di habitat originari in rapidissimo cambiamento. Molto spesso incompatibile con la coesistenza tra l’uomo e molte specie selvatiche”.
Per il declino della “volpe di fuoco”, è ancora una volta sotto accusa l’attività dell’uomo. La rapida espansione della popolazione umana nell’Himalaya orientale sta causando deforestazione, degrado e frammentazione dell’habitat del panda rosso. In Nepal, habitat di questa specie insieme a Bhutan, India, Cina e Myanmar, oltre il 70% delle aree che abita si trova al di fuori delle aree protette, frammentato in 400 piccole aree forestali. Strade, infrastrutture idroelettriche e attività minerarie si sommano ad una costante conversione degli ecosistemi naturali in zone agricole. Il che diventa un fenomeno drammatico se si pensa che la dieta del panda rosso è composta per il 98% da bambù.
“Una vegetazione molto fragile di fronte all’impatto delle attività umane, che generano un isolamento preoccupante delle singole popolazioni”, conclude Sandri. “Un fenomeno che conosciamo da molti anni e che ci stiamo preparando a fronteggiare”.