Ospedale di Bussolengo, Bigon: “La Regione non rispetta gli impegni”

Ospedale di Bussolengo, Bigon: “La responsabilità è della Regione, non dell’Amministrazione”.

L’ospedale Orlandi di Bussolengo continua a essere al centro del dibattito politico, e la Bigon interviene con forza. La consigliera regionale del PD sottolinea la “necessità di mettere al primo posto la sanità pubblica e di attuare politiche di lungo respiro per risolvere le criticità”.

Anche sull’Ospedale Orlandi di Bussolengo – afferma Bigon – hanno cominciato a soffiare i venti della campagna elettorale regionale, come si vede. La soluzione per la quale mi sto battendo senza sosta, sin dall’inizio del mio mandato in Regione e assieme ai cittadini, è l’applicazione delle schede sanitarie, oltre al completamento dei progetti finanziati dal Pnrr”.

Bigon espone una situazione complessa che, secondo lei, penalizza i cittadini del comprensorio: “Ad oggi, su 25 posti letto previsti in Medicina, solo 14 sono attivi. Il Day Surgery multidisciplinare, in realtà, si occupa solo di un paio di specialità. Il servizio di Week Surgery non è mai stato attivato, così come la Dialisi. In Riabilitazione, su 50 posti letto previsti, ne sono attivi solo 10, mentre l’Ospedale di Comunità è stato inaugurato ma risulta chiuso”.

“Il reparto di Psichiatria – aggiunge – necessita di uno spazio esterno, e anche su questo fronte ci stiamo battendo”. Bigon invita a evitare “manovre diversive” o scaricabarile: “Non possiamo imputare la responsabilità dell’attuale situazione all’attuale Direttrice dell’Ulss 9, che si è mostrata disponibile al confronto, né all’amministrazione locale. La responsabilità – sostiene – sta in capo alla Regione, che non ha mantenuto gli impegni presi, e al Governo, che invece di aumentare le risorse, le diminuisce”.

Secondo Bigon, investire nei progetti del Pnrr senza pensare anche al personale è una strategia fallimentare. “Da anni diciamo che i soldi per le strutture, senza risorse per il personale, non bastano. Per far funzionare davvero la sanità pubblica servono politiche serie, investimenti adeguati e la volontà esplicita di puntare sul pubblico, non sul privato”.