Il nuovo decreto: vaccino obbligatorio dai 50 anni.
Vaccino obbligatorio, approvato all’unanimità il nuovo decreto: dall’obbligo vaccinale per gli over 50 all’estensione del super Green pass, il governo ha stabilito nuove restrizioni per fronteggiare l’emergenza Omicron. Incentivato l’utilizzo dello smartworking mentre, per l’ennesima volta, cambiano le linee guide sulla didattica a distanza.
Vaccino obbligatorio per i 50enni.
A partire dal 15 febbraio i lavoratori pubblici e privati, che hanno già compiuto 50 anni, per andare a lavoro dovranno esibire il super Green pass, ovvero quello che si ottiene con il vaccino o la guarigione (entro i 6 mesi), non con il semplice tampone. In caso di violazioni, la sanzione pecuniaria oscilla tra i 600 e i 1.500 euro. Nella stessa fascia d’età si dovranno vaccinare obbligatoriamente anche i disoccupati o nullafacenti. Potranno essere esentati gli ultracinquantenni a cui è stato “accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal medico vaccinatore”. Obbligo vaccinale anche per il personale universitario (docenti, assistenti, dottorandi, amministrativi). Per tutti i lavoratori di età inferiore a 50 anni resta l’obbligo di esibire il Green pass “base”, che si può ottenere anche con un tampone negativo fatto nelle precedenti 48 ore.
L’estensione del Green pass.
Ulteriori restrizioni riguardano il super Green pass per l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione indipendentemente dall’età. Per andare dall’estetista, in banca, dal parrucchiere o al centro commerciale è invece necessario soltanto la certificazione verde base, ottenibile anche col tampone. Le misure entreranno in vigore a partire dal 15 febbraio, e vi resteranno fino al 15 giugno prossimo. Tutti quei lavoratori over 50 che non saranno in grado di mostrare il Green pass rafforzato, dimostrando l’avvenuta vaccinazione o guarigione dal Covid, resteranno senza stipendio e considerati assenti ingiustificati, ma non perderanno il lavoro.
Lo smartworking.
L’indicazione emersa dalla cabina di regia, precedente l’incontro con le Regioni e a sua volta del Consiglio dei ministri, è quella di incentivare il ricorso allo smartworking. Un’azione non rinviabile per contrastare l’aumento dei contagi, sia nel settore pubblico che in quello privato.
Scuole e didattica a distanza.
Confermata la riapertura delle scuole di ogni ordine e grado il 10 gennaio. Cambiano ancora invece le regole per la Dad. Nella fascia di età tra 0 e 6 anni scatta la quarantena con 1 positivo in classe. Per quel che riguarda le scuole elementari, qualora all’interno di una classe si verificassero almeno 2 casi di positività al coronavirus, automaticamente scatterà la didattica a distanza per 10 giorni. In presenza di un solo caso, invece, si applica la sorveglianza con test antigenico rapido o molecolare da svolgersi al momento della presa di conoscenza della positività e andrà ripetuto dopo 5 giorni. Per le scuole medie e superiori, la Dad per 10 giorni scatta con 3 positività per coloro che non abbiano concluso il ciclo vaccinale primario da meno di 120 giorni, che non siano guariti dallo stesso limite temporale e ai quali non sia stata somministrata la dose di richiamo. Infine per gli altri soggetti, che diano dimostrazione di aver effettuato il ciclo vaccinale o di essere guariti, si applica l’autosorveglianza con l’utilizzo di mascherine Ffp2.
In tutti i casi per il rientro in classe sarà necessario risultare negativi a tampone antigenico o molecolare tra il quinto e il settimo giorno dall’ultima esposizione al caso positivo.