Università di Medicina, Zaia vuole abolire numero chiuso e test di ingresso. Replica il Pd: “Lacrime di coccodrillo”.
E’ polemica sui test d’ingresso per iscriversi alla facoltà di Medicina e Chirurgia, compresa quella di Borgo Roma, a Verona. La decisione ufficiale dell’introduzione del test, si ebbe nel 1987, quando venne introdotto il decreto ministeriale elaborato dal ministro Ortensio Zecchino. All’epoca di dottori ce n’erano troppi, e molti non erano proprio dei luminari.
“Il numero chiuso nelle facoltà, è stata la disgrazia di questo Paese, bisogna rivedere i test d’ingresso per medicina”. Lo ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, durante la conferenza stampa di ieri, 9 gennaio, a Palazzo Balbi. E ha aggiunto: “La sanità veneta è una sanità che corre, che assume, ma che non riesce a trovare medici perché non ce ne sono. Ne mancano 3.500 in Veneto, e questo si ripercuote sulla rapidità delle risposte che si danno”.
Zaia è per la totale eliminazione del test d’ingresso alla facoltà di Medicina, perché: “Le agende sono piene, il tema è la mancanza di personale, e non perché non li vogliamo assumere – prosegue – il numero chiuso è una rovina, e se i futuri medici supereranno il numero, premieremo i migliori”.
L’attacco del Pd.
Ma a stretto giro di posta, arriva la replica alle parole del governatore del Veneto. “Ancora una volta, Zaia si esibisce nel classico esercizio dello scaricabarile. Ripete come un disco rotto che il disastro della carenza di personale medico nella sanità pubblica regionale è dovuto al numero chiuso nelle università oppure ai vincoli di spesa.
Per coerenza dovrebbe almeno ingaggiare una battaglia vera a livello nazionale per ribaltare la situazione. E invece alza bandiera bianca e versa lacrime di coccodrillo, rinunciando ad investire laddove sarebbe, per la Regione che governa da anni, possibile e doveroso”. Il giudizio, espresso a nome del gruppo del Partito democratico Veneto in Consiglio regionale, è della vice presidente della commissione consiliare sociosanitaria Anna Maria Bigon.