Verona, anche Salvini interviene sugli spettatori in Arena. Ma è polemica.
Non accennano a placarsi le polemiche sulla capienza in Arena, proprio mentre sembra ormai inevitabile la deroga che consentirà di superare il limite dei mille spettatori. “Seimila spettatori all’Arena di Verona, fino a mezzanotte: è la richiesta della città, per mandare a tutta Italia e al mondo un messaggio di libertà e di ritorno alla vita. Si può e si deve fare, in sicurezza e con buonsenso. Riapriamo l’Arena, riapriamo l’Italia, torniamo alla vita”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini, intervenuto sulla questione della capienza dell’Arena.
Proprio mentre in città scoppia la polemica sulle parole del sindaco Federico Sboarina e di Gianmarco Mazzi, amministratore delegato della Arena di Verona Srl e direttore artistico per i concerti “live”, che nei giorni scorsi avevano più volte sollevato il caso Arena di Verona: “Resta incomprensibile e controproducente l’insistenza con la quale Gianmarco Mazzi e lo stesso sindaco Sboarina proseguono sulla linea della polemica verso tutto e verso tutti – dice il leader di Sinistra in Comune Michele Bertucco -. Il pasticcio l’hanno dunque combinato loro programmando eventi che non tenevano conto del contesto che è ancora di emergenza”.
Sboarina e Mazzi: “Dieci buone ragioni per riaprire l’Arena al pubblico”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il senatore veronese del Pd Vincenzo D’Arienzo: “Dunque, in Arena possono entrare fino a seimila spettatori. Il via libera dimostra quanto erano inutili e fuorvianti le polemiche di Sboarina e altri soggetti che, rasentando il ridicolo, volevano addirittura incatenarsi all’Anfiteatro”, è il pensiero di D’Arienzo.
Omaggio a Morricone, il volo in Arena sabato 5 giugno.
“La possibilità di avere più spettatori – continua D’Arienzo – c’è sempre stata e bastava leggere gli atti, con occhi attenti, senza cercare subdolamente la sterile polemica. Diversamente, come sarebbe stato possibile, visto che il Decreto che ne prevede 1.000, non è stato cambiato? Il sindaco ha dimostrato che tiene più alle polemiche che ai fatti e cosi genera confusione e divisioni”.