Verona, riapertura delle scuole e trasporti: parla il presidente di Atv Bettarello.
Ritorno a scuola: il vero problema, da lunedì 26 aprile, sarà far fronte al caos trasporti che inevitabilmente andrà a crearsi. Negli ultimi giorni lo hanno ripetuto in molti, a cominciare dal governatore del Veneto Luca Zaia. Con le scuole in presenza al 100 per cento, impossibile organizzare i trasporti. Impresa invece fattibile, con un piccolo sforzo, se la percentuale di studenti in presenza scendesse al 60 per cento. Ma al momento il decreto riaperture parla di una presenza del 70 per cento. Troppi? Probabilmente sì.
Lo dice chiaro e tondo il presidente di Atv Massimo Bettarello: “Con la scuola in presenza al 100 per cento avremmo dovuto risolvere un grosso problema relativo all’equazione insostenibile tra scuole al 100 per cento, e copertura dei bus al 50 – prosegue -. Se si arriva ad un 60 per cento di ragazzi in presenza, ragionevolmente dovremmo farcela implementando il 5 per cento dei mezzi, in rapporto alla popolazione scolastica che non è distribuita in maniera omogenea sul territorio”. E con il 70 per cento? Più difficile, inevitabilmente.
La prima scelta sarebbe stata impossibile e ingestibile: “Avremmo dovuto aumentare il numero degli autobus, passando quindi dagli attuali 600 su strada, a 1.000 o addirittura 1.200”. Il presidente Bettarello spiega in soldoni perché lo scenario si sarebbe presentato alquanto critico: “Quando a causa della pandemia è stato deciso, per rispettare il distanziamento sociale, che la capienza dei mezzi doveva essere ridotta della metà, contestualmente anche il numero degli studenti in presenza era in linea con le disposizioni, quindi se aumenta il numero dei passeggeri, per mantenere le distanze diventa necessario implementare del doppio il numero dei mezzi di trasporto”.
Potrebbe sembrare sufficiente acquistare nuovi pullman ma la realtà è diversa, e ce lo spiega dettagliatamente Bettarello: “Quando si compra un autobus, dal momento dell’acquisto alla messa su strada trascorrono almeno 9 – 11 mesi. Secondo punto, per guidare i bus servono gli autisti, e per averli deve essere indetto un concorso pubblico a cui seguirebbero selezioni, prove e quant’altro”.
Ma ancora non è finita, perché mezzi di quelle dimensioni non possono certo restare parcheggiati in strada: “Infatti – rimarca il presidente – devono essere costruiti depositi e officine. Per completare il tutto sostanzialmente serve un arco di tempo che va dai 3 ai 5 anni”. Ma un’altro grave problema si scaraventerebbe sulla cittadinanza, ossia la congestione del traffico: “Raddoppiando i mezzi si formerebbero lungo le strade, snervanti e interminabili colonne di autobus e automobili”.
Uno scenario apocalittico impensabile: “A tal proposito – rivela Bettarello – mi infastidisce la falsa voce che il virus circoli nei mezzi pubblici, correttamente sanificati e a norma delle regole anti covid. Io stesso ho consultato i dati di rilevamento su 630 autobus, e solo 33 presentavano piccole tracce di covid, che tradotto significa un 3 o 4 per cento circa – e conclude -. A questo aggiungo che è la terza volta che il governo ci avvisa all’ultimo minuto lasciandoci allo sbando e caricando su di noi tutte le colpe possibili e immaginabili”.