A differenza di quanto possano pensare tutti i partiti politici e i cittadini che sono contrari alla liberalizzazione delle droghe leggere, non tutti i consumatori di cannabis la assumono per provare o godere (se già ne fanno uso da tempo) degli effetti psicotropi e stupefacenti di questa tanto discussa erba.
Più comunemente nota come marijuana, è una sostanza ricavata dalla pianta di canapa e composta da moltissimi principi attivi: quello presente in quantità maggiore è il THC, un tetraidrocannabinolo al quale sono dovuti gli effetti psicoattivi e psicotropi tanto stigmatizzati. Il THC è anche il responsabile della dipendenza da cannabis, un po’ come la nicotina lo è per le sigarette.
Il secondo principio attivo più presente è il CBD, un cannabidiolo “innocuo”, poiché non dà effetti psicoattivi ma, anzi, è ricco di proprietà terapeutiche e benefiche per l’organismo che non provocano effetti collaterali.
L’alta percentuale di THC nella cannabis è la responsabile della definizione di marijuana illegale, dal momento che questa quantità non è ancora oggetto di normativa di legge (sebbene sia stata più volte riportata all’attenzione del Parlamento, anche recentemente, con un referendum di iniziativa popolare).
In Italia, dunque, i prodotti di cannabis con un elevato contenuto di THC sono illegali e questo aspetto implica l’intromissione (fino al totale controllo) del mercato nero: la produzione e la lavorazione delle piante non sono controllate, né tanto meno la vendita, che ha prezzi molto concorrenziali.
La vendita di marijuana illegale,in quanto tale, non è certificata né soggetta a controlli fiscali e autorizzazioni, dunque può essere venduta – sempre illegalmente – ad un costo più basso. Ma attenzione: cannabis troppo economica è sinonimo di provenienza non certificata e scarsa qualità, generalmente mischiata con fumo scadente e sostanze dannose all’organismo.
Per risolvere questo problema, e poiché al primo posto dei paesi in Europa che consumano cannabis si posiziona l’Italia, da pochi anni è entrata in vigore la legge sulla legalizzazione della marijuana light.
Cannabis leggera e legale
La Legge n. 242 del 2016 ha consentito la vendita di prodotti derivati dalla canapa light. Si tratta di prodotticertificati e di alta qualità, ricavati da coltivazioni di Canapa Sativa L., la varietà più diffusa in Italia. Coltivata con tecniche artigianali e fertilizzanti certificati adatti all’agricoltura biologica, senza l’impiego di pesticidi e altre sostanze nocive all’ambiente e alla salute, la canapa sativa assicura grandi qualità aromatiche e mantenimento dei principi attivi.
Da una varietà di cannabis sativa viene estratta la cannabis light che, a differenza della marijuana illegale, contiene un’alta percentuale di CBD e una quantità limitata di THC. Per la precisione, il quantitativo di CBD può essere variabile: per una marijuana legale di qualità la percentuale si aggira fra l’8% e il 15%. Per quanto riguarda il livello di THC, invece, bisogna rispettare i limiti di legge, altrimenti si perderebbe il requisito di cannabis legale: la legge italiana 242/2016 dispone che la percentuale di THC debba rientrare tra lo 0,2% e lo 0,5%, valori entro i quali non si sconfina nell’illegalità.
Le infiorescenze di cannabis light, come detto, non hanno un effetto psicoattivo ma, al contrario, la grande quantità di CBD le rende efficaci per contrastare stati d’ansia, d’insonnia, tensione, convulsioni, nausea ma anche ricche di proprietà analgesiche, antidolorifiche, antinfiammatorie e antidepressive.
Quanto costa la cannabis light in Italia
La legge sulla cannabis light ha consentito di trovare un punto di accordo sul prezzo di mercato della marijuana. Nei paesi europei si spendono dagli 8 ai 15€ per un grammo di cannabis e il prezzo sale leggermente negli Stati Uniti, attestandosi tra i 9 e i 16 dollari.
Per quanto riguarda l’Italia, nello specifico, il prezzo al grammo di cannabis light varia tra i 4€ e i 10€ circa, per la vendita al dettaglio: questa differenza dipende dalla più o meno alta concentrazione di CBD e THC, dalle tecniche di coltivazione e dalle molte differenze qualitative. Sono tantissime le varietà di cannabis leggera in commercio, vendute negli shop online o nei negozi fisici, e il prezzo delle infiorescenze di marijuana leggera oscilla di molto in base al tipo di coltivazione. Per le infiorescenze indoor si arriva a spendere anche 10€ al grammo, mentre per le infiorescenze outdoor si scende fino ai 2,50€. Un altro metodo di coltivazione molto utilizzato in Italia è il greenhouse, un misto di indoor e outdoor, ma pur sempre controllato e biologico.
Le varietà di canapa legale in commercio sono generalmente vendute in confezioni da 3 grammi, da 5, da 10, da 100 grammi, ma anche in formati maxi e, come per tutti gli altri prodotti di uso comune, più è grande la confezione più si risparmia. Nei grow shop certificati e di qualità si parte dai 2,80€ al grammo ma si può scendere anche a 2,10€ per formati più grandi.
È necessario che la percentuale di THC sia sempre riportata sull’etichetta dei prodotti derivati da cannabis light.