Inflazione e mercato finanziario italiano.
L’inizio anno per la Borsa di Milano è stato scoppiettante. Questo per le quote di società che rappresentano l’economia italiana e il suo benessere. Insomma se si guardano le aziende va tutto bene, almeno per ora. Se diamo un’occhiata ai titoli di Stato italiani, che hanno rendimenti nel lungo periodo tra il 3,5 ed il4,5%, anche qui notiamo che tutto sommato i valori tengono anche se un mese fa i prezzi erano stracciati mentre il mese precedente erano alle stelle.
E’ ovvio poi che il più grosso debitore italiano, lo Stato, influenzi i prezzi degli altri bond-obbligazioni che vengono scambiati sul nostro mercato. Ma tutta questa euforia si spiega? Qui andiamo un po’ più cauti e i giudizi sono razionalmente contenuti e strettamente attualizzati. Il mercato internazionale, finanza e commodities-merci, sta attraversando una fase inflazionistica tipica dei periodi bellici.
Aggiungeteci che siamo passati attraverso una pandemia che ha indotto istituzioni finanziarie ad aprire i rubinetti per sostenere l’economia mentre si preparavano lotte aperte di mercato tra i potenti del mondo e capirete perchè il periodo inflazionistico, la cosiddetta fiammata, non è e non sarà momentanea. In Italia abbiamo un’inflazione dichiarata del 9% annuo. Quella percepita probabilmente è di più. Tenere i soldi in banca quindi, in un anno, ci farà perdere ogni 100 nove euro che sono ricompensati da interessi praticamente nulli, mentre se investiamo nel medio lungo periodo perderemo solo almeno 5 euro.
Lo Stato col suo debito di circa 3000 mld (tra un po’ ci arriveremo) guadagna 300mld annui e ne paga 120 di interessi. Metto cifre semplici, realistiche, non esatte , ma che servono a dare un’idea del fatto che, avendo un’economia in lenta ripresa dopo il crollo del blocco da Covid19, siamo sotto controllo politico di chi ci presta i soldi: l’Europa con la BCE o gli USA, e ognuno sa chi comanda lì.
Le semplificazioni nascondono sempre chiazze di errori ma servono al cittadino comune per rendersi conto della situazione. Fintanto che non acquisiremo un nostro spazio finanziario, ora impossibile, la nostra libertà sarà limitata, e questo si vede anche dal dietrofront che in tante politiche si è dato il Governo italiano appena eletto.
Sarà dura riprenderci un po’ di sovranità e un po’ di autonomia e non solo quella regionale costituzionalmente prevista perchè in troppi stanno ancora sfruttando rendite di posizione che vengono nascoste da eventi mediatici che irrompono nella quotidianità . Abbiamo ancora qualche carta da giocare, sempre meno. E il tavolo europeo, a cui molti demandano illusoriamente la panacea di tutti i nostri mali, è di fatto inesistente. Ci vorrebbe una salda Europa federale dei popoli per dare esempi di come contrastare liberamente la forza delle economie mondiali.