Il cannabidiolo in Francia: una nuova era per il mercato della cannabis
La vendita di fiori e foglie di CBD in Francia è stata a lungo vietata, ma recentemente il Consiglio di Stato francese ha deciso di ribaltare questa decisione. Questo evento rappresenta un importante passo avanti verso la legalizzazione della cannabis in Francia e segue l’esempio di altri paesi europei che hanno già regolamentato il mercato del CBD come il nostro che, con la nota legge 242/2016, ha sdoganato la cosiddetta canapa legale, permettendo la nascita di numerose aziende di settore come il CBD shop italiano Justbob, tra i maggiori player sul web.
Ma come siamo arrivati a questo punto?
Il caso giudiziario di Kanavape e la decisione storica della Corte di giustizia dell’Unione Europea hanno giocato un ruolo chiave nel cambiare il corso degli eventi. Scopriamo insieme la storia di questa vicenda e le sue implicazioni per il futuro del mercato del CBD in Europa.
Il Consiglio di Stato francese permette la vendita di fiori e foglie di CBD
In Francia, la distribuzione di prodotti a base di CBD ottenuti a partire dalla lavorazione di fiori e foglie di cannabis era proibita dal 2020, in quanto vista come una forma di promozione dell’uso di stupefacenti.
Tuttavia, il 29 dicembre 2022, il Consiglio di Stato francese ha annullato questa proibizione e ha permesso la vendita di questi prodotti, purché il livello di THC (tetraidrocannabinolo), la molecola psicoattiva della cannabis, non superi lo 0,3%.
Questa sentenza segna un passo importante verso la legalizzazione della pianta in Francia. Il Consiglio di Stato ha giustificato la sua decisione sostenendo che il CBD non rappresenta un pericolo per la salute pubblica e che la proibizione era ingiusta e sproporzionata, riconoscendo inoltre il diritto dei consumatori a scegliere liberamente i prodotti che ritengono più adatti alle loro esigenze.
La vendita di fiori e foglie di CBD in Francia offre nuove possibilità per gli operatori del settore e per i clienti interessati ai prodotti a base di cannabidiolo e, con ogni probabilità, aprirà la strada a una maggiore diffusione e conoscenza del CBD in Francia e in Europa.
CBD e diritti di circolazione delle merci: la Corte di giustizia dell’Unione Europea si pronuncia
Il processo a Kanavape è stato un caso giudiziario che ha coinvolto due imprenditori francesi accusati di aver commercializzato prodotti a base di CBD illeciti in base alla normativa locale.
In particolare, il Paese transalpino, come abbiamo visto, fino a pochi mesi fa vietava la vendita di articoli simili se ottenuti da fiori e foglie di cannabis. Il CBD poteva essere estratto esclusivamente a partire da semi e fibre.
Il problema è che i due imprenditori avevano lanciato nel 2014 dei liquidi per sigaretta elettronica a base di CBD tecnicamente legali, perché ottenuti a partire da piante con THC inferiore al limite di legge. Tuttavia, il cannabidiolo era estratto dai fiori della cannabis, ma, allo stesso tempo, veniva prodotto in Repubblica Ceca. E in questo Paese, al contrario della Francia, è perfettamente lecito ricavare il CBD dall’intera pianta, fiori compresi.
Insomma, il nodo della questione era: quale delle normative prendere in considerazione? Quella francese che avrebbe comportato la messa al bando dei prodotti Kanavape, o quella ceca, che avrebbe di fatto messo fine a ogni polemica in merito?
Il caso è arrivato fino alla Corte di giustizia dell’Unione Europea, che il 19 novembre 2020 ha emesso una sentenza storica a favore dei due imprenditori. La Corte ha stabilito che la commercializzazione del CBD tra gli Stati membri non può essere limitata se il prodotto rispetta i requisiti imposti dalla normativa vigente nel Paese di produzione, a eccezione dell’esistenza di un rischio considerevole per la salute pubblica.
Un’eventualità che non poteva essere applicata al caso Kanavape in quanto, come sottolineato dalla Corte Europea, fino a questo momento non sono stati rilevati effetti nocivi degni di nota dalla ricerca medica.
Il futuro del CBD in Francia: implicazioni economiche e ambientali
La decisione del Consiglio di Stato francese potrebbe avere importanti implicazioni future dal punto di vista economico e non solo.
Da un lato, si apre un nuovo mercato per i produttori e i rivenditori di fiori di canapa light con potenziali effetti positivi al livello di PIL e di occupazione.
Dall’altro lato, potrebbe influenzare anche la politica ambientale dell’Europa, in quanto la canapa è una pianta che contribuisce a mitigare i cambiamenti climatici grazie alla sua capacità di assorbire CO2 e rigenerare il suolo. La coltivazione di canapa potrebbero quindi essere incentivati nell’ambito dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, che prevede una transizione verso economie e società sostenibili e resilienti.
Tuttavia, questa decisione comporta anche dei rischi e delle sfide, come il rispetto dei limiti legali sul contenuto di THC (tetraidrocannabinolo), la sostanza psicoattiva della canapa, che non deve superare lo 0,3%, e la regolamentazione del commercio e della qualità dei prodotti a base di CBD.
In conclusione
In questo articolo abbiamo approfondito la natura e la portata della decisione presa dal Consiglio di Stato francese che ha, di fatto, risolto in buona parte quei nodi legislativi emersi già qualche anno fa in seguito al controverso caso Kanavape.
La scelta è stata quella di procedere in direzione di una progressiva apertura nei confronti del cannabidiolo e, a partire dal 29 dicembre, nel Paese transalpino i consumatori hanno finalmente la libertà di acquistare i fiori di cannabis light ricavati da piante con un contenuto di THC non superiore allo 0,3%, limite fissato dalla legge.