La galleria tra Adige e Garda, che salva Verona dalle inondazioni, fu ideata da un frate francescano, e venne usata da nazisti.
Ideata da un frate francescano, e usata anche da Hitler per fini bellici: ecco la galleria tra Adige e Garda che ha salvato Verona. E’ la galleria che collega Mori a Torbole: lunga quasi dieci chilometri, presenta un dislivello di poco più di 100 metri tra il letto del fiume e l’uscita sul lago di Garda.
Quanto basta per far scorrere l’acqua scorre senza bisogno di spinte artificiali. Con una capacità massima di portata di 500 metri cubi al secondo. L’acqua in eccesso defluisce dal letto dell’Adige nel lago, prevenendo inondazioni, soprattutto nei comuni di Pescantina, Parona e in alcune zone di Verona. Ci sono quattro paratoie di deflusso, ognuna larga 9,50 metri.
L’idea del frate francescano.
Fu un frate francescano, geografo e cartografo della Serenissima, Vincenzo Maria Coronelli, nel 1712 a proporre per primo di moderare il flusso dell’Adige utilizzando il lago di Garda come cassa di espansione. Coronelli propose lo scavo di una galleria di circa 8 km che dalla chiusa di Ceraino collegasse il fiume Adige con il basso lago di Garda. L’idea fu poi accantonata. Il progetto subì diverse modifiche, fino a quando, nel 1939, iniziarono i lavori per la realizzazione dell’opera.
La galleria Adige Garda usata dalla Germania nazista.
E a quel punto fu la Germania nazista di Hitler a utilizzarla per prima: durante la seconda guerra mondiale, una parte della galleria vicino all’uscita di Torbole venne utilizzata per la produzione bellica. Nel 1944, la ditta Caproni produsse componenti per le armi segrete tedesche del Terzo Reich conosciute come “Wunderwaffen”. Finita la guerra, i lavori per la galleria ripresero nel 1954 per essere poi ultimati il 18 maggio del 1959.
La convenzione.
E oggi? Il primo luglio 2002 è stata stipulata una convenzione tra la Provincia Autonoma di Trento, la Regione Veneto, la Regione Lombardia, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po e le Autorità del bacino dei fiumi Po e Adige per regolare l’utilizzo della galleria. Una convenzione che definisce chi e quando può dare l’ordine di aprire lo scarico nel Garda. Ed è proprio qui che nei giorni scorsi secondo il sindaco Damiano Tommasi qualcosa non ha funzionato: “Se c’è qualcosa da migliorare – ha infatti detto Tommasi – ritengo riguardi il ruolo che la città di Verona deve avere nel processo decisionale di apertura della galleria del Garda, dove ieri si sono verificate delle criticità”.