Verona è dietro solo a Belluno e Ravenna.
L’Associazione sostenitori amici della polizia Stradale (Asaps), nel numero di giugno del periodico “Il Centauro”, pubblica tutti i dati relativi all’analisi sugli esami di guida per il conseguimento delle patenti di guida nell’anno 2020, quello della pandemia da Covid-19. Nonostante l’emergenza e le difficoltà delle singole Motorizzazioni dovute alle norme restrittive dei vari provvedimenti legislativi che hanno imposto una riduzione degli esami, sono state effettuate 1.459.626 prove d’esame a fronte di 1.942.083 del 2019, con un calo che è stato del 23%, limitato anche per lo sforzo importante da parte dei funzionari e dei tecnici del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile.
In Italia sono stati 1.185.953 gli idonei, con una percentuale che si attesta al 79,29%, in aumento di tre punti percentuali rispetto al 2019. In pratica un candidato ogni cinque non supera l’esame per il conseguimento della patente. La rivista ufficiale dell’Asaps pubblica i dati relativi a regioni e province, dove si evidenziano notevoli differenze tra Nord e Sud d’Italia. E’ la Provincia Autonoma di Trento quella con il maggior numero di bocciati, mentre la regione con le eccellenze alla guida è la Puglia. Per le province i peggiori risultati si sono avuti a Belluno, con il 30,68% di bocciati, seguita da Ravenna e Verona. Le migliori sono Ragusa (12,44%), seguita da Messina e Lecce.
“Abbiamo voluto evidenziare i dati nell’anno della pandemia, anche per ricordare come il titolo di guida sia fondamentale anche al momento dello studio e degli esami – ricorda Giordano Biserni, presidente Asaps – mentre sulla prova scritta le difformità di risultati sono minime tra i vari territori, rimane ampio il divario sulle prove pratiche che necessitano di strumenti tecnologici, quali telecamere per un risultato più omogeneo. Sono invece centinaia i candidati sorpresi dalle forze dell’ordine che tentano di utilizzare strumentazioni tecnologiche per superare gli esami scritti, mediante l’uso di telefonici, telecamerine anche nascoste nelle mascherine obbligatorie per sostenere gli esami. Servono sanzioni penali più dure e applicabili contro i “furbetti” degli esami.