Epatite acuta, colpita una bambina di 10 anni a Verona.
E’ il primo caso di epatite acuta in Veneto quello che ha colpito una bambina veronese di 10 anni. La conferma arriva dalla responsabile regionale della Prevenzione Francesca Russo. Si tratterebbe del quarto caso registrato in Italia dal monitoraggio stilato dal Ministero della Salute. La bambina lamentava un forte mal di pancia, con vomito e diarrea, e un colorito giallastro.
Immediato l’allarme, e il successivo ricovero all’ospedale di Borgo Trento, lo scorso 22 aprile. La stessa Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona ha in seguito spiegato che la piccola presentava i classici sintomi dell’infiammazione epatica, ovvero transaminasi epatiche alte, indice evidente di danni al fegato, come confermato anche dagli esami del sangue e dalle analisi alle quali è stata sottoposta. Le condizioni della paziente stanno comunque migliorando, anche se rimane un mistero la causa scatenante della malattia.
I sintomi dell’epatite acuta.
Molti casi hanno riportato sintomi gastrointestinali inclusi dolore addominale, diarrea e vomito che hanno preceduto la presentazione con epatite acuta grave e livelli aumentati di enzimi epatici. La maggior parte dei casi non aveva la febbre. I virus comuni che causano l’epatite virale acuta (virus dell’epatite A, B, C, D ed E) non sono stati rilevati in nessuno di questi casi. I viaggi internazionali o i collegamenti ad altri paesi sulla base delle informazioni attualmente disponibili non sono stati identificati come fattori.
L’adenovirus, indicato come ipotesi probabile, è stato rilevato in almeno 74 casi mentre il covid è stato identificato in 20 casi di quelli testati. Inoltre, 19 sono stati rilevati con una coinfezione da SARS-CoV-2 e adenovirus.
Le segnalazioni e l’allerta in Italia.
Il direttore del dipartimento della Prevenzione Giovanni Rezza lancia l’allarme: “In Europa e in particolare nel Regno Unito sono arrivate diverse segnalazioni di casi di epatite acuta da causa non nota, soprattutto fra bambini sotto i 10 anni. A seguito di questa segnalazioni il Ministero della Salute già dal 14 aprile si è attivato per aggiornare e informare le regioni e per sollecitare a segnalare i casi sospetti che aderissero alla definizione di caso fatta dall’Oms”.