Anche in Veneto e a Verona via libera alla riapertura delle discoteche.
Via libera alla riapertura delle discoteche da parte del Comitato tecnico scientifico, con un grosso sospiro di sollievo da parte dei gestori anche a Verona. Ma con mille limitazioni, e per ora senza una data certa. Le limitazioni prevedono ingressi contingentati, capienza al 50%, locali rigorosamente all’aperto, solo in zona bianca e solo con green pass da esibire all’ingresso.
Quanto alla data, dovrà essere il governo a deciderla. Quel che sembra certo è che per poter accedere ai locali sarà necessario avere il green pass, quindi certificato di guarigione, di vaccinazione anti Covid effettuata (almeno la prima dose 15 giorni prima) o risultato di tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti all’ingresso.
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Non solo, ma chi entra in discoteca dovrà poter essere tracciato, in caso di necessità, nei 14 giorni successivi. Inutile aggiungere, inoltre, che gli ingressi saranno contingentati, in base alla disponibilità dello spazio a disposizione dei locali, e non dovranno superare la metà della capienza massima. Quanto ai tempi, le ipotesi a questo punto è che sia davvero questione di giorni. Entro il 10 luglio con ogni probabilità le discoteche, all’aperto e in zona bianca, potranno riaprire, Anche in Veneto, anche a Verona.
Ma rimane anche in Veneto l’incognita della variante delta che incombe. I dati relativi ai contagi da Covid nella nostra regione continuano ad essere buoni: ieri nessun nuovo decesso e 35 nuovi positivi, con gli ospedali che continuano a svuotarsi, come conferma anche il report settimanale della Fondazione Gimbe. Ma quello che preoccupa, adesso, è la variante delta, che potrebbe allungare i suoi tentacoli anche da queste parti.
“Allo stato attuale non siamo di fronte ad una diffusione preoccupante – ha detto Antonia Ricci, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie – pur se è chiaro che i casi stanno aumentando. Ma al momento non vediamo una circolazione maggioritaria, è ancora preponderante (95%) quella inglese”. La variante delta, in effetti, sembrerebbe per ora restare confinata dentro alcuni focolai limitati soprattutto al trevigiano e alla trasmissione all’interno di nuclei familiari indiani. Ma l’attenzione rimane elevata, per evitare nuovi focolai e, di conseguenza, zone rosse “locali”.