La Regione Veneto adotta misure straordinarie per la carenza di medici di base: “Si delinea per gli MMG il percorso di formazione lavoro”.
Per contenere le conseguenza della mancanza di medici di base, la Giunta regionale del Veneto interviene con due provvedimenti che serviranno a rinforzare la copertura assistenziale territoriale: nel primo sono state prorogate le “disposizioni temporanee ed eccezionali” che prevedono la possibilità, su base volontaria, di portare per ogni medico di base in attività il massimo degli assistiti dal 1.500 a 1.800.
Nell’altro è stato ridefinita l‘organizzazione del corso triennale di formazione specifica per il nuovo anno accademico, con nuove disposizioni per gli studenti che svolgono incarichi provvisori o temporanei durante la frequenza.
“Con quest’ultimo provvedimento”, sottolinea l’assessore alla sanità Manuela Lanzarin, “si delinea per i medici di medicina generale il percorso “Formazione-lavoro”. Con la frequenza ai corsi sono state rese compatibili le guardie mediche, le sostituzioni e tutte una serie di altre attività professionali come quelle in seno alle USCA. Un fattore che, insieme, alla cronica carenza di MMG ha impresso un’accelerazione all’ingresso nel mondo del lavoro dei professionisti in questione. All’ottobre scorso le zone carenti erano 586 e 209 sono state coperte grazie a incarichi temporanei assegnati a corsisti. Ne rimangono 377 e mai come in questo contesto storico si rende necessario avvalersi anche di medici frequentanti la scuola di formazione”.
“Misure eccezionali ma anche innovative”.
La delibera sulla formazione fissa, per le tre annualità in corso nell’anno accademico 2021-22, un finanziamento di 8 milioni 500 mila euro da destinare alla Fondazione scuola di sanità pubblica per la formazione specifica in medicina generale, dei quali 830mila euro serviranno, grazie al Pnrr, a pagare 66 borse di studio aggiuntive alle 240 già finanziate con lo scopo sempre di far fronte alla carenza di MMG.
Quella che garantisce l’aumento degli assistititi, assegna alle Ulss del Veneto, in via temporanea ed eccezionale, un investimento fino ad un massimo di 29 milioni di euro per l’anno appena iniziato.
“Si tratta di misure eccezionali ma anche innovative destinate a dare un impulso al contrasto della carenza di medici di medicina generale e contribuire a garantire la continuità dei servizi di assistenza territoriale”, conclude l’assessore Lanzarin. “Difficoltà che negli ultimi anni si riscontrano sia a livello nazionale sia locale. L’impegno della Regione è importante e per questo tiene sempre costante il confronto con le rappresentanze dei professionisti. Nell’ultimo incontro è stato anche avviato il tavolo e il percorso di un nuovo modello organizzativo della medicina territoriale che tenga conto dell’invecchiamento della popolazione, dei carichi di lavoro e anche delle novità contenute nel PNRR e nel nuovo accordo collettivo nazionale”.