Risparmio energetico, il ruolo di Verona.
Dopo lo stop nella riunione europea degli ambasciatori dove l’Italia e la Polonia hanno bloccato, con l’aiuto defilato della Germania, la delibera del Parlamento europeo che imponeva il blocco della vendita di auto a combustibile fossile a partire dal 2035, si potrà investire sulla ricerca delle nuove fonti energetiche a nulla emissione di CO2.
Si potrà tornare a investire sul motore a idrogeno dove l’Italia non è tra gli ultimi e si potrà investire soprattutto sulle energie che in Italia non mancano. Dal solare termico al solare fotovoltaico con la costruzione dei pannelli solari in larga quantità. Anni fa a Verona, in Fiera, c’erano centinaia di convegni e di proposte innovative, tutte miseramente abbandonate quando la politica cambiò strada tornando sugli idrocarburi.
Da noi si potranno utilizzare anche la produzione di energia dal vento con piccole e non invasive centrali eoliche, specie lungo le coste e sui tetti della case al posto delle antenne tv, brutte e superate tecnologicamente. Si potrà investire sulla produzione di energia dal moto ondoso se non dalle maree che in Italia sono modeste ma che ci sono. La Fiera di Verona dovrebbe tornare a investire di più su queste tematiche energetiche sviluppando altre nicchie culturali per la produzione verde e per il risparmio.
Purtroppo la situazione climatica riduce le possibilità di sfruttare l’idroelettrico ma in Italia ci sono altre possibilità tecnologiche senza andare a riscoprire il motore ad aria del Reverendo Stirling e le celle di Peltier. Come vedete non cito la fusione e le altre energie che il progresso tecnologico suggerisce ma certamente invece che spendere miliardi in petrolio se il 58% di quella spesa andasse alla ricerca libera e agli investimenti non burocratizzati l’Italia, come ha dimostrato in passato, recupererebbe tutta l’energia che serve non solo per le auto ma anche per le case.
Poi occorre che si punti anche sul risparmio energetico, consumare meno e usare tecnologie per i nostri consumi energetici meno impattanti sul piano del consumo. Cito un esempio che ha del personale. Ora è stata lanciata la moda del cappotto per le case e credo che non tutto filerà liscio fra dieci o vent’anni, eppure è una strada da perseguire migliorando la resa delle case e dei fabbricati ad uso civile, industriale, commerciale e agricolo; io nel mio piccolo ho costruito la mia casa già nel 1985 con le pareti doppie e intercapedini di lana di roccia. Sì, ho speso un po’ di più ma in quasi 50 anni, e di più per i prossimi, credo di aver recuperato la spesa. Certo ci vuole conoscenza tecnica ma se ci si fidasse di più del mercato, mettendo pochi limiti ma chiari, e si lasciasse fare per il resto, io credo che l’Italia già da vent’anni sarebbe sulla soglia della autosufficienza.