16mila euro da versare per le contravvenzioni ricevute nell’arco di 19 mesi. Lui dichiara di aver risolto: «Un equivoco, non mi sono potuto opporre»
Una lunga lista di oltre 100 multe stradali non pagate rischia di creare un delicato «caso» ai vertici del Comune di Verona. Al presidente del consiglio comunale, l’onorevole Ciro Maschio (deputato di Fratelli d’Italia) sono infatti arrivati i verbali per un centinaio di contravvenzioni da lui non pagate negli ultimi 19 mesi, per un totale di oltre 16mila euro.
Le possibili ripercussioni istituzionali
Al di là del dato amministrativo, la questione ha sfiorato anche un sisma «politico-istituzionale» rischiando di aprire un conflitto d’interessi tra Maschio come consigliere comunale e Maschio quale «debitore» del Comune. Secondo la legge infatti «non può ricoprire la carica di consigliere comunale chi abbia un debito liquido ed esigibile per imposte, tasse e tributi nei riguardi del Comune stesso». L’eventuale contestazione di quel debito sarebbe però arrivata solo alla fine di questo mese: cosa che non avverrà in quanto, tra ieri e oggi, il senatore ha deciso di pagare le somme che gli erano state addebitate. Se peraltro il presidente del consiglio comunale avesse fatto ricorso, contestando quei verbali, sarebbe finito in causa contro lo stesso Comune, diventando incompatibile con il suo incarico pubblico, e sarebbe stato costretto a dimettersi non solo da presidente ma anche da consigliere.
La spiegazione di Maschio
Le multe sono state emesse a partire dal febbraio 2018 fino allo scorso mese di agosto, ma adesso la vicenda è emersa, rischiando appunto di creare un putiferio. Una parte di quelle contravvenzioni sarebbe legata ad alcuni particolari divieti (per esempio come quelli sulle zone pedonali vicine a piazza Erbe) non più «coperti» dai permessi degli amministratori. La notizia sta comunque facendo il giro del Palazzo, con ovvi commenti (finora sottovoce) da più parti. Ma lo stesso Maschio spiega che, a suo avviso, non esiste nessun «caso» politico-istituzionale. «Non capisco perché qualcuno si agiti per nulla – dice il parlamentare, raggiunto al telefono in una pausa dei lavori a Montecitorio – visto che sono stato proprio io per primo ad attivarmi su questa cosa, come da richiesta scritta con data certa, avendo ricevuto una serie di verbali. C’erano alcuni equivoci, ma non potevo opporne neanche uno per non incorrere in incompatibilità per lite pendente con l’amministrazione. Quindi ho deciso di pagare e amen». Maschio sottolinea poi che «buona parte dei verbali sono già stati pagati, e per la parte rimanente sto aspettando dagli uffici gli ultimi chiarimenti su calcolo interessi e coordinate, per poter chiudere tutto con esattezza. D’altronde – prosegue – in 30 anni di politica non ho mai usato l’auto blu né l’auto elettrica del comune, né ho mai usato l’auto di servizio, muovendomi sempre con la mia auto con tantissimi spostamenti e incontri: a Verona, a Roma e in giro per il Veneto. Mesi fa poi mi sono operato ai legamenti del ginocchio e quindi avevo necessità di muovermi ancor di più in auto non potendo camminare a lungo. Non c’è quindi – conclude Maschio – nessun caso, perché la questione è praticamente già conclusa». (Corriere.it)
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